Salvarsi dal peculato: verità e tanta pazienza

Possiamo festeggiare per aver vinto anche in Appello? Di getto direi di sì, ma un processo che dura 12 anni è una sconfitta per l’imputato, per il pubblico ufficiale che è stato trasferito dal lavoro che ama.

Difendersi dal peculato, punito dall’art 314 c.p.  è sempre impegnativo perché è un reato solo apparentemente semplice e perché complesse sono le indagini.

Reato complesso perché prevede che il pubblico ufficiale si appropri di denaro o cosa mobile altrui di cui ha il momentaneo possesso.

Nel caso appena vinto le due difficoltà si sono sovrapposte. Le tante intercettazioni sono state interpretate da chi indaga come emblema di un illecito passaggio di denaro. E così il processo è diventato lunghissimo e complicato perché a noi, alla difesa, è spettato il compito di provare che ogni passaggio di denaro era lecito, se non addirittura mai avvenuto! Soddisfazione ma quasi un’inversione dell’onere della prova. Chi restituirà le sofferenze patite durante il lungo procedimento?

Sta giungendo al termine il processo per le ‘spese pazze in regione’. Abbiamo giustificato e spiegato tutto ma sarà difficile terminare entro l’anno per fatti del 2011. Sono certo che, sempre con la certosina metodica e quasi ossessiva attenzione ai particolari per il reato, il nostro difeso verrà assolto, ma chi gli ridarà la fiducia dei suoi elettori? E, quale impatto alcune frettolose letture hanno sulla fiducia che le persone ripongono sul sistema democratico?

Reato difficile, da maneggiare con cura, che andrebbe raccontato fino in fondo, anche a livello mediatico, con titoli chiari di una sola parola: ‘Assolto’. Perché mostrare l’innocenza deve essere normale come scrivere ‘indagato o arrestato’.

Lo dobbiamo alla verità, lo dobbiamo alla democrazia!